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Immagine del redattoreSilvia Valli

Why not?

Aggiornamento: 9 apr 2020

Quando Elena è entrata in atelier ho subito capito che mi sarei divertita.

Non pensavo così tanto!


Con chi sceglie di creare un abito veramente "custom made" si deve accendere da subito una scintilla, una sorta di innamoramento, un'intesa di reciproca fiducia altrimenti non ci si diverte.


Elena è arrivata una sera, oramai stavo chiudendo la saracinesca, pioveva ed era alla ricerca di qualcosa decisamente "unconventional".

Quando ho capito che aveva voglia di sperimentare mi sono subito entusiasmata e non ho esitato a proporre qualcosa di insolito.


Gli ingredienti erano:

- rock style (con stile)

- moto

- cerimonia all'aperto (incrociando le dita)


Elena ha proposto un sandalo di Philipp Plein, molto deciso, assolutamente rock e

superborchiato.

La mia proposta è stata:

- tulle

- borchie

- piume

- pelle di anguilla

un materiale insolito per la sposa utilizzato normalmente nell'alta moda.






Immediatamente sono partita alla ricerca di tutti i dettagli che per me fanno la differenza:

la CERNIERA per il corpetto: doveva essere in evidenza, dorata come le borchie e apribile come una giacca di pelle.

E' stata realizzata su misura, scegliendo sia il tiretto che il colore della fettuccia.





La SPALLINA per dare carattere al corpetto che ricorda le imbottiture delle giacche di pelle dei bikers.

Sono riuscita a trovare esattamente le stesse borchie di Plein; con Elena abbiamo pensato a come disporle utilizzando piccoli bottoni puntati con gli spilli creando una geometria divertente.

E poi le piume, con gli stessi toni di colore, alleggerivano l'effetto e le rendevano meno aggressive.





Gli SHORT realizzati con la stessa pelle, foderati in taffetà di seta, per poter salire e scendere dalla moto senza problemi.


Riutilizzabili in estate con una camicia di lino, perchè no?







La GONNA realizzata in tulle sovrapponendo una serie di ruote asimmetriche con toni di colore di diverse gradazioni: dal seta al miele (il colore della pelle).


La cinturetta in vita, realizzata in pelle come il corpetto, si chiude nel centro dietro con due bottoncini ricoperti e asole fatte a mano.





Un momento della prova in atelier, spesso le facevamo alla sera, quando Elena tornava dalla sua giornata di lavoro.

Caffè e mandorle sul tavolo per trovare l'energia, ricordo risate, proposte a volte estremamente azzardate che si confrontavano e la continua ricerca per arrivare alla soluzione perfetta.

Con questa alchimia potrei lavorare no-stop per ore senza sentire alcuna fatica.









Ed infine il giorno del matrimonio, dove vivo ogni volta un doppio sentimento: la felicità di aver realizzato qualcosa di unico e che rispecchi esattamente chi lo sta indossando e la malinconia per aver concluso un periodo divertente e creativo con una persona che metteva allegria appena varcava la soglia.


Poi penso che ci sono state altre "Elene" e che ce ne saranno di nuove.

Ognuna con la sua personalità, con la sua storia, con il suo sorriso e che ogni volta scrive una nuova pagina e mi mette di fronte ad una nuova sfida.

Certo è che Elena è stata "unconventional" fino in fondo anche negli inviti.





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